Cadenza

Chi fa ritorno, niente fa ritorno, non importa che vi sia ritorno, inutile il ritorno…
Frenetica elettricita’, sfide che non interessano, doveri necessari, nulla d’impellente, ricerca di cio’ che e’ fuori, non nascosto, non celato, solo lontano da sguardi e mani, protetto da calci e rabbia.
Rileggo e trovo che quest’anno l’inverno non giunge e con esso non sento la placida resa di sensi e membra, torpore che e’ bene di circonvoluzioni con troppa elettricita’, statica energia, accumulo epidermico che scivola subdolamente sottopelle ed e’ uso avvelenare sangue e notti, sorseggio di fiele che ha fine nel dolore, male che riconduce a bene, espiazione e ritrovarsi come trofeo.
Qualcosa no, qualcosa e’ mutato se veleno non spurga, se tossine accumulate bruciano e sciolgono senza corrosione preventiva, curativa e silenziosa anima oscura che ora domina ma non cela, non annebbia, include ed amplifica, si amplifica spazzando dolenti debolezze.
Che succede quindi, come dovrei reagire sempre che azione preceda reazione, scatto indisciplinato, follia lucida e forse il senso e’ insito nel paradosso, nell’assurdo nel nuovo inesplorato.
Che l’equilibrio non sia statico, menzogna di formule e numeri che mal si applicano a immeritata e recalcitrante nottata.
Si, caos e’ equilibrio senza ingegno, oggetti in profonda conca che saltano e roteano ma nulla osteggia gravita’, forze che dominano il cosmo, solcano curve irreali ma dimostrabili e lo schema ricuce strappi e domande, sensazioni e sangue, stomaco e musica.
Lo Stige si allontana percorrendolo, si restringe ad occhi divelti, luce deviata, picco di forza, controllo e’ conoscenza e conoscenza e’ controllo, spirale non cerchio, respiro non sospiro.
War between him and the day
Need someone to blame
In the end, little he can do alone
You believe but what you see
You receive but what you give

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