Bellissima mente

Sono cambiato? Non lo so.
La mia musica e’ sempre la stessa? Si, forse piu’ arrabbiata.
Sono invecchiato? Laddove non si potrebbe credere.
Troppi cavi nella mia vita, raccordi in matasse non sempre districate ma mi diverto cosi’ e non so che farci.
Distanza che accomuna, sincronia d’intenti lontanissimi e paradosso non e’ casa, forse stile, magari abitudine, non rassegnazione, piccolo stratagemma.
Antefatto ed epilogo, eoni tra loro e il tempo e’ scivolato senza rendersene conto, misterioso fluire ed e’ come prisma asimmetrico che riflette realta’ sempre diverse su facce sempre diverse in rotazioni sempre diverse.
Spazio, tempo, tutto mutato eppure come sempre, le mie mani sono piene di canzoni, le parole, quelle giuste, latitano lasciando a loro i soli spazi che oramai so concedere.
E’ che mai ho saputo parlare, tantomeno narrare e quelle storie meravigliose non sono uscite dalla pelle, dalle mani, forse gli occhi, si gli occhi mai hanno mentito ma troppo flebile voce, sottile grido e come sorriso soffocato qualcosa si e’ perso, smarrito in labirinto dal quale non so fuggire.
Fratture rivelate, lividi mai guariti, silenzi che sanno di resa ma il mio sogno appartiene a qualcuno che a stento riconosco in me.
Perche’ sia ancora qui non so o almeno mi inganno dicendo di non comprenderlo perche’ una chitarra elettrica e’ ancora energia che genera pensieri, emozioni vere o che almeno percepisco tali e so non sbagliarmi, non cosi’ tanto.
Li’ fuori ci sono strade che non dovevo percorrere e non mi lamento, non saro’ infelice per questo perche’ quei cammini appartengono ad altre gambe, altre storie, altri futuri, altri universi eventuali, altri presenti reali e cio’ mi basta quando le somme della vita restituiscono risultato positivo.
Comunque ora proseguo nella corsa e non mi fermo perche’ non doveva accadere, dico ciao e agito arrivederci, il traguardo e’ troppo avanti per fermarmi, la strada e’ lunga, l’orizzonte pare stanco e talvolta impervio terreno, ostacola e spaventa ma quando arrivero’ saro’ qui, qui dove sono sempre stato, dove dovevo essere, da dove mai me ne sono andato.
Il mio sogno e’ un mare acido
E dimmi se non e’ reale
Il giorno traveste di luce ogni cosa vivente,
Ma non toglie la paura dei fantasmi.
Voglio idee per sopravvivere
E mille, mille, mille non bastano.
E quel sogno, sai,
Continua a chiamarmi nella profondita’ del mare
Una caduta dentro i vortici d’acqua
Le mie mani, che non si fermano piu’…

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