Parlando con una nuvola mi scopro un po’ piu’ leggero, meno legato a terra, differente massa, differenti pensieri, differente stato fisico e quasi nessun vincolo.
Non mi muovo da qui pero’ e lascio fluire l’emozione del volo, scivolo sul terreno seguendone il contorno e mi e’ difficile abbandonarmi e parimenti impossibile scordare.
Il vento e’ fresco da qui, mi sorprendo ad osservare il cielo e trovarlo ancora piu’ bello di quanto e’, piu’ azzurro di come appare e il tempo si ferma in un oceano di luce, sinusoidi che colpiscono e rilasciano le emozioni.
Qualcosa corre la’ fuori, gioioso e riesco a non pensare, mi sforzo di non ascoltare le voci dentro e lascio tutta l’attenzione a cio’ che sembra, non a come appare.
A volte non comprendo e mi inganno, m’illudo di sapere ogni cosa, di poter interpretare i movimenti e le sfumature ma cosi’ non e’ e lo so, lo sento.
Posso semmai bluffare e riguardo il cielo, le sue onde, sentire il vento e reimmergermi nel plasma turbinoso del giorno, del cuore.
Potevo dire, potevo fare, potevo osare, rinunciare e cosi’ ho fatto perche’ le nuvole non si afferrano, non si catturano, non si imprigionano.
Semmai le si osserva, ammirare da lontano, lontano dalla mente, non dalla pelle, mai…