Sovente penso al futuro.
Dipendera’ dalla passione per la fantascienza, forse e’ la voglia di sempre di guardare avanti o la ferma convinzione che il meglio e’ sempre a venire ma il domani mi affascina e incanta.
Mi accorgo di cadere nella trappola del futuro prossimo perche’ i libri come i film narrano di due, tre, quattro secoli da ora ed e’ gia’ uno sforzo enorme correre cosi’ avanti, immaginare l’evoluzione di cio’ che esiste e ancora di piu’ cio’ che non esiste ancora.
Ma se supero i limiti degli effetti speciali e della fantasia allora visito l’anno diecimila, centomila e perche’ non milioni, miliardi?
Troppo tempo per non avere paura, per non sentirsi annullare, disintegrare in un vortice che non da’ scampo ad alcun uomo.
Cosa rimarra’ tra diecimila, centomila anni dei grandi pensatori, scrittori, musicisti e scienziati.
Quali canzoni, quali libri, che giornali, proclami o ideologie e se di tutto quanto non rimarra’ neppure un eco nello spazio o nelle viscere della terra, che ne sara’ di noi?
Forse poca materia in qualche cellula ma importera’ davvero, magari quanto importa dell’avo cacciatore o raccoglitore.
Una resa incondizionata decisa sulla polvere che davvero siamo?
Tentazione ma in fondo si va avanti, fosse solo per il gusto di combattere, magari per il piacere di sentirsi vivi finche’ dura…
Pero’ penso al futuro, penso all’anno diecimila o centomila ed e’ meraviglioso non scorgere nulla, assolutamente nulla dell’oggi.
Osservando cosi’ avanti vedo altra polvere, questa volta cosciente di esserlo pero’ e per questo eterna nei pensieri e nelle membra.
Immensi spazi perche’ lo spazio e’ casa, tempo di conoscere perche’ conoscere sara’ finalmente un dovere, status solo verso se’ stessi.
Paure diverse dalle nostre, bisogni diversi dai nostri non certo assenti perche’ senza paura, senza bisogno non c’e’ evoluzione, non c’e’ crescita, non c’e’ progresso.
Liberta’ di vivere, scelta di morire, eternita’ come opzione ma non interessera’ a nessuno perche’ se l’infinito e’ astrazione, il definito e’ concretezza, garanzia dell’esistenza.
Solitudine, tanta solitudine perche’ ambita, quella che prospera anche in mezzo alla folla, solitudine cercata che non ferisce e quei pochi che cosi’ non vogliono, un universo di scelte innanzi.
Si, penso al futuro e la nebbia del presente si dirada, il buio del passato viene inghiottito…