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Non esiste alcun cerchio della vita, non per me, mai per me.
Ho un inizio e una fine, due punti distanti e uniti da rocambolesche ellissi, terra incognita attraversata da curiosa esistenza e il cammino delinea ogni angolo, tutto quanto c’e’ e se ogni istante e’ mistero, partenza e arrivo unicamente noti.
L’eternita’ che cerco non e’ nel ripetersi sempre diverso e sempre uguale di strada infinita perche’ non iniziata, il mio infinito non e’ staffetta, non gioco di squadra, non misera e minuscola umanita’, non inutile rincorrersi di carne, ossa, arti sconnessi e compressi.
Non piu’ delegare, ritenermi parte di insieme che mai altro ha contenuto se non questi muscoli, questo pensiero, dotazione di chissa’ quale entita’ ma certamente conquistata metro dopo metro, a volte sprecata, altre giunta a guardare immeritate valli, sopravvalutata si ma altrettanto sottomessa a fobie e manie distruttive e deleterie, debolezze, debolezze letame dei miei giorni, scorie delle mie notti, acido che ha corroso quanto di meglio ho avuto ed unica forza e’ stata ricrescere, rigenerare il perduto essere, impossibile ricostruire, forse abbozzare, certo reinventare e se ripercorrere quei metri e’ rabbia che brucia e consuma non v’e’ altrimenti scelta, nessuna diversa possibilita’ e sia, continui invero ad essere.
Nessuno arroghi diritti e pretese pero’, tantomeno ignobile destino, inerte fato, parcheggiata sensazione di dovere qualcosa a qualcuno.
Ammissione di responsabilita’ e non so essere pretesa o sensazione, senza confronti, senza accostamenti, padre e padrone incontrastato di terre e soli pero’, banchetto con cio’ che mi appartiene ma qui mangio solo, qui unico coperto, libagione infine meritata, mia.
Now the starlight which has found me
Lost for a million years
Tries to linger as it fills my eyes
Till it disappears.
Could it be that somebody else is
Looking into my mind?

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