Appunto

Non decido il fondale come non separo cio’ che e’ da farsi con quanto e’ concluso, eccitante ed euforica cavalcata non fosse del tutto comprensibile ultima luce, laggiu’ sullo sfondo.
Eppure mai quanto ora desidero sintesi e selezione e avvio di fantasia non troppo pronunciata, spazio poco dotato e lenta rotazione, quasi un galleggiare di antica memoria.
Muscoli gia’ fermi ma il motore continua a ruggire con eccessiva veemenza, travolgente boato, incessante boato che oramai non sento piu’, oggi non disprezzo piu’.
Forse ho smesso di cercare, di provare, di tentare e il mio buio e’ sequenza multicolore abbagliante di cangianti tinte, traslucidi riflessi di quanto non sarebbe mai dovuto essere.
Leggera confusione ammetto, convinzione che si accartoccia avvolgendosi su se’ stessa, inconcludente in inconcludente moto e troppo deboli sono le mani, non afferrano e non creano, trasformazione irrealizzata, sedimenti, scarti sul fondo e parole buttate via, frasi senza tempo che altro tempo non hanno.
Scorgessi maiuscolo elevarsi e qualcosa prenderebbe forma ma non convinco, non convinco questo bianco che attende e pulsa nervoso, propulsione senza inerzia, moto non accelerato, stazionario persistere, resistere, fermarsi e aria inalata per non morire, per non avere scuse o scappatoie, eliminare protezione e pareti ad angolo dove rifugiarsi.
Aria di gomma, luoghi densi di nebbia, cocci sotto le suole e se solo cercassi di respirare so che soffocherei, morire di desiderio evitato fa persino sorridere, curioso esperimento che sarebbe ora di concludere.
Gia’ concludere e cosa poi se non reinventarsi e ridefinirsi, ingrato e sempre piu’ improbo compito ma gia’ decidere di ignorare e’ movimento una volta tanto non fine a se’ stesso.
Gotta do what you can just to keep your love alive
Trying not to confuse it with what you do to survive
In sixty-nine I was twenty-one and I called the road my own
I don’t know when that road turned into the road I’m on

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